Attacchi di Panico: la paura della paura

Attacchi di Panico: la paura della paura
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 08/11/2024
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Gli attacchi di ansia meglio conosciuti come attacchi di panico, colpiscono circa il 3% della popolazione, anche se si stima che l'incidenza sia ancora maggiore poichè molte persone non cercando un aiuto professionale non si sottopongono ad alcuna diagnosi.

Il primo attacco di ansia può verificarsi in qualsiasi momento e a qualsiasi età, ma solitamente i sintomi compaiono durante l'adolescenza o nell'età adulta per poi diminuire in età avanzata. Questo disturbo è molto più comune sia nelle donne che negli uomini e specialmente nei paesi sviluppati.

Una volta che si è verificato il primo attacco di panico, è probabile che l'esperienza si ripeta. Quando la persona ritorna in una situazione che ha scatenato la prima crisi, a causa dell'ansia anticipatoria rivive i sintomi del precedente attacco di panico nella sua mente.

In conseguenza di questo stato di preallarme legato al trovarsi in quel contesto o uno similare, attiva un meccanismo di auto-monitoraggio sui sintomi e sulle percezioni interne che di fatto aumenta sempre di più lo stato di tensione. Questo crea un circolo vizioso di paura e allerta che nutre l'ansia e innesca altri attacchi di panico più intensi e difficili da controllare.

Per diagnosticare un attacco di panico, la paura deve apparire intensa e raggiungere il suo picco in pochi minuti. Durante l'episodio, la persona sperimenta molti dei seguenti sintomi fisici:

  • Sudorazione;
  • Tremore o agitazione;
  • Sensazione di soffocamento o difficoltà a respirare;
  • Oppressione toracica;
  • Palpitazioni e aumento della frequenza cardiaca;
  • Nausea;
  • Capogiri, perdita di equilibrio e/o sensazione di svenimento;
  • Intorpidimento alle estremità;
  • Brividi o vampate di calore.

La crisi d'ansia è anche accompagnata da sintomi psicologici, i più comuni sono:

  • Paura di perdere il controllo o di diventare "pazzi";
  • Preoccupazioni per la possibilità di un altro attacco di panico o le sue conseguenze;
  • Paura di morire, soprattutto perché i sintomi sono confusi con quelli di un infarto;
  • Sensazione di irrealismo o spersonalizzazione; per esempio, per essere separato dal corpo.

Gli attacchi di ansia di solito durano solo pochi minuti, ma in alcuni casi possono persistere più a lungo.

La maggior parte dei sintomi dell'attacco d'ansia sono simili a quelli di un attacco di cuore perché si tratta in entrambi i casi di risposte neurovegetative, ecco perché molte persone temono di morire durate una crisi di ansia. Questo accade perché con gli attacchi di panico o di ansia il nostro corpo reagisce producendo gli "ormoni dello stress" responsabili della generazione di tutti questi sintomi.

Tuttavia, gli attacchi di panico sono quasi sempre preceduti da situazioni stressanti riconoscibili come la perdita di una persona cara, un lavoro troppo stressante o un conflitto familiare. In molti casi la crisi è preceduta da brevi momenti di nausea, vertigini, difficoltà di respirazione e palpitazioni prima dell'attacco di panico vero e proprio.

Un altro fattore chiave per la differenziazione è il tempo. Di solito nella crisi d'ansia i sintomi iniziano improvvisamente e raggiungono l'apice durante i primi 10 minuti e poi si riducono. In un attacco di cuore il dolore di solito è durevole. Tuttavia di fronte al primo episodio, è meglio consultare immediatamente un medico, per escludere ciò attraverso una accurata diagnosi differenziale. Questo aiuterà a determinare se si tratta di un attacco di cuore o di ansia e rivolgersi al professionista più indicato al caso.

Di norma la prima reazione che una persona ha di fronte ad un attacco di panico è la fuga specialmente si trova in un ambiente affollato. Il problema è che l'imprevedibilità degli attacchi di panico rende la persona sempre più spaventa. Quindi quando si comincia ad avere paura della paura il gioco è fatto; la persona inizia a evitare luoghi pubblici o tutte quelle situazioni in cui non si sente a suo agio o al sicuro.

Di conseguenza, la persona vive in uno stato di disperazione permanente, in attesa della successiva crisi d'ansia. Per evitarlo, si blocca in una zona di comfort che diventa sempre più piccola perché le sue relazioni interpersonali e la sua qualità della vita sono particolarmente influenzate. A ciò si aggiunge che coloro che soffrono di attacchi di ansia spesso passano da un medico all'altro nel corso degli anni, in attesa di una diagnosi, e questo causa loro più ansia e affaticamento mentale.

La buona notizia è che il trattamento per gli attacchi d'ansia è spesso molto efficace: tra il 70 e il 90% delle persone sottoposte a terapia è in grado di controllare i sintomi. Ma è importante ricordare che il solo approccio farmacologico volto al contenimento immediato del sintomo non è risolutivo e può portare a sviluppare una dipendenza da psicofarmaci, comunemente le benzodiazepine. Una volta sospeso il trattamento farmacologico i sintomi riappaiono.

Il miglior intervento a lungo termine si realizza agendo a livello psicologico. 

È stato riscontrato che un trattamento combinato sulla psiche (psicoterapia cognitiva e ipnosi) e sul corpo (respirazione e meditazione) per almeno 4 mesi produce una riorganizzazione delle sinapsi, ovvero delle connessioni cerebrali, con una positiva influenza sulla risposta del corpo a livello neuroendocrino.


Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

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