Lutto: le 3 funzioni del dolore

Lutto: le 3 funzioni del dolore
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 07/11/2024
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La vita è fatta di perdite. Ogni volta che otteniamo qualcosa, dobbiamo sempre dare qualcosa in cambio, come il tempo per esempio. Ci sono delle perdite che ci alleviano, quelle ci lasciano indifferenti e quelle che vorremmo non dover affrontare mai.

La perdita può riguardare non solo una persona che ci lascia a causa di un lutto, può riguardare la perdita del proprio ruolo  di partner a causa della fine di una relazione. Il lutto può anche essere riferito alla perdita del lavoro (licenziamento o  pensionamento), alla rinuncia di una casa per motivi economici o per effetto di un trasferimento di città e quindi delle amicizie costruite, alla morte di un animale, alla impossibilità di realizzazione un obiettivo di vita importante per l'auto-affermazione. Quando la perdita riguarda la morte di una persona cara il dolore appare ingestibile, a tratti insuperabile, ma anche più giustificato rispetto ad altri tipi di perdite. 

Il dolore può essere inteso come una manifestazione di tristezza, che può portare altre persone ad avvicinarsi a noi per darci un pò di calore che potrebbe in qualche modo compensare quel freddo spazio vuoto che si è appena venuto a creare nel nostro cuore. Quel dolore può trovare parziale sollievo attraverso l'atteggiamento empatico e comprensivo che le persone sensibili sanno mostrarci. 

Sfortunatamente, non sempre il dolore suscita empatia; alcune persone di fronte al dolore fuggono e non sono in grado di fornire alcun tipo di sostegno morale.

La maggior parte di noi invece conosce il dolore della perdita di un familiare e quindi è in grado di capire questo tipo di sofferenza poiché è un'esperienza che sfortunatamente tutti noi facciamo prima o poi nella vita. Ci sono invece altri tipi di perdite meno comuni a tutti come quella che riguarda gli animali domestici; non tutti ne possiedono uno e quindi ci sono persone che non capiscono questo dolore.

Altre perdite difficili da capire riguardano le opportunità mancate come quella di avere figli, la rinuncia alla possibilità di realizzare un sogno o all'opportunità si seguire le proprie inclinazioni. 

Ci sono obiettivi personali che richiedono un duro lavoro ed impegno per anni (come la carriera universitaria) a cui è difficile rinunciare. Si può condividere con qualcuno i propri sentimenti (tristezza, sconforto, angoscia) per tutto il lavoro e le energie impiegate in vista di quell' obiettivo che mai si concretizzerà ma sarà molto difficile per gli altri mettersi nei panni di chi ha fatto ingenti sacrifici. È difficile spiegare quanto la rinuncia di un obiettivo significhi a chi non ci è passato attraverso. Pertanto, il primo problema inerente al dolore della perdita è l'incapacità delle persone che ci stanno accanto di comprenderete il senso che quella mancanza ha per noi. Il dolore del lutto ha 3 funzioni:

La prima funzione del dolore è riconoscere che si è verificata una perdita. All'opposto vi è la negazione. Alcune persone negando il lutto non si concedono la possibilità di addolorarsi. La negazione del lutto è normale nei primi momenti dopo la perdita; si tratta di una sorta di strategia adattiva necessaria al cervello per ritardare l'impatto della perdita e consentirgli di iniziare ad elaborare le informazioni circa il lutto subito anche se non in modo completamente cosciente. La negazione non adattiva invece non è sana perché si prolunga nel tempo impedendo di far contatto col dolore che quindi blocca il processo di elaborazione.

La seconda funzione del dolore è riconoscere che ciò che è venuto a mancare era importante  per noi. Il dolore serve a purificare il ricordo di ciò che si è perso. A questo livello la negazione può dare origine al senso di colpa. Mentre la persona si protegge evitando di soffrire allo stesso tempo non riconoscendo le proprie emozioni può sentirsi in colpa come se stesse tradendo il ricordo di ciò che ha perso. Si possono quindi accumulare sentimenti negativi e persino risentimento e disprezzo verso se stessi. Il dolore funziona come una sorta di riconoscimento e tributo alla persona cara.

Infine, il dolore consente di completare la storia. Offre uno spazio per il commiato necessario per riuscire ad andare oltre. Il dolore attira anche l'attenzione di altre persone, promuove l'empatia, l'ascolto attivo e la compagnia. Questo può bilanciare il possibile senso di abbandono che si percepisce con la perdita e compensarlo con il conforto offerto dagli altri. In tal modo, il dolore è un atto intimo di riconoscimento e d'amore per la persona che se n'è andata.


Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

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