7 strategie manipolative nella coppia

7 strategie manipolative nella coppia
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 07/11/2024
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Nella mente del nostro Bambino interiore, ovvero il bambino che siamo stati e che influenza inconsapevolmente il nostro modo di pensare, sentire ed agire da adulti, ci sono aspettative e bisogni rimasti insoddisfatti. Il mancato soddisfacimento di tali bisogni ha provocato in noi frustrazione e dolore.

Oggi, di fronte a nuove esperienze di deprivazione possiamo essere coscienti del dolore per non aver ottenuto ciò che ci aspettiamo oppure, come accade di solito, entrare quasi istantaneamente e inconsciamente nelle modalità del Bambino interiore adottando una strategia di difesa. Se sentiamo paura o dolore per non aver ottenuto la soddisfazione di un bisogno adottiamo una strategia proprio per evitare di sentire questo dolore; quel dolore.

  • Ogni strategia è un mezzo per influenzare l'altra persona e modificare il suo comportamento, al fine di ottenere ciò che vogliamo.
  • Le strategie sono aspetti della nostra personalità e del nostro strato di protezione.
  • Le strategie possono essere offensive e provocare reazioni negative. Quando ci sentiamo allontanati, pensiamo che il nostro essere venga respinto e reagiamo con delle strategie. Generalmente ciò fa sì che veniamo respinti di nuovo e questo da avvio ad un circolo vizioso.
  • Le strategie sono modalità di comportamento che il nostro Bambino interiore ha appreso per ottenere ciò che voleva. Sono meccanismi di sopravvivenza, comportamenti appresi in una situazione passata, ma applicati inconsciamente al presente.
  • Per abbandonare una strategia dobbiamo sentire la vulnerabilità che si nasconde dietro di essa.
  • Quando le strategie funzionano noi ci aggrappiamo ancora di più ad essere e diventa sempre più difficile sviluppare consapevolezza circa la loro presenza.
  • E' estremamente difficile riconoscere in noi l'uso di tali strategie ed accettare che qualcuno ce lo faccia notare; siamo inclini a rifiutare qualsiasi feedback al riguardo.

Nelle nostre relazioni, per la maggior parte del tempo, facciamo "la danza delle strategie". Quando uno dei due partner si sente deluso, respinto o bisognoso, anziché esprimere direttamente all'altro il suo stato d'animo, di solito reagisce con una strategia.

L'altro partner alla strategia risponde con la propria strategia; e così comincia la danza che il più delle volte si conclude in conflitto dall'esito spiacevole o doloroso. La danza delle strategie è un gioco psicologico. Vediamo nello specifico le 7 strategie alla base dei giochi psicologici attuati nella relazioni:

  1. Il Martello: è messa in atto quando una richiesta viene disattesa e la persona va all'attacco del partner pretendendo quanto desiderato. "Io merito di averlo, lo voglio ora e non mi importa niente delle tue scuse". In quel momento divettiamo dei bambini capricciosi, offensivi, aggressivi e violenti. Utilizziamo questa strategia per sopraffare e intimidire l'altra persona al fine di ottenere le cose come le vogliamo noi. Le nostre reazioni risultano piuttosto irrazionali, reattive ed impetuose. La tendenza è quella di accusare per non sentire il dolore causato dal non ottenere ciò che vogliamo in quel momento. E' più facile lanciarsi all'attacco dell'altro, piuttosto che limitarsi a esprimere il dolore e la frustrazione. L'energia viene proiettata verso l'esterno e usata per accusare l'altro nel tentativo di convincerlo o per cambiarlo.
  2. L'Uncino: è messa in atto per manipolare il partner. E un'energia ingannevole, calcolatrice e disonesta. Con l'uncino, fondamentalmente usiamo la nostra intelligenza per controllare un'altra persona con l'inganno. Il Bambino interiore, nel corpo di un adulto, usa ogni sort di invenzione per manipolare. Usiamo il denaro, l'amore, il sesso, il potere, il senso di colpa, la generosità, l'adulazione, la compiacenza. Manipoliamo mettendo il broncio, isolandoci, facendo finta di non aver bisogno di nulla o che nulla ci importi. Abbiamo imparato a manipolare sin dalla più tenera età. Guardavamo la situazione di fronte a noi e calcolavamo come giocarcela per ottenere quello che volevamo ed abbiamo sviluppato un brillante meccanismo di sopravvivenza. 
  3. La Piuma sulla Punta del Metallo: è messa in atto per indurre gli altri a sentirsi in colpa. E' anch'essa una strategia manipolativa usata frequentemente. Molti di noi sono stati portati a provare il senso di colpa già in tenera età, specialmente se un genitore aveva bisogno di noi emotivamente ad esempio dicendoci "Se mi ami fai questo…", "Mi farai morire se…". Questa strategia si fonda sull'ingenerare la paura di tradire qualcuno nei confronti del quale ci sentiamo responsabili. Nelle relazioni attuali ad esempio affermando: "Se mi vuoi bene allora fai questo per me… altrimenti vuol dire che non ti importa di me".
  4. Il Coltello: consiste nel restituire inconsciamente al partner le ferite che ci sono state inflitte (es. paura di essere abbandonati o traditi). Questa strategia si fonda sulla vendetta e sul risentimento. Non ci sentiamo in pace finché non abbiamo restituito la ferita che ci è stata inflitta. La strategia del coltello può essere agita in modo diretto col sarcasmo, iil disprezzo, i giudizi negativi e le critiche. La punizione nei confronti del partner può anche essere agita in modo indiretto escludendolo ed evitandolo, ad es. riempiendosi di impegni per risultare sempre indisponibili, o col il distacco e la freddezza emotiva, facendo qualcosa che sappiamo lo farà soffrire non appena lo scoprirà. Ci possiamo vendicare con qualcuno anche per le ferite inerenti al nostro passato. Se qualcuno oggi viene a stuzzicare le nostre ferite, paga lo scotto per tutti i nostri risentimenti sepolti. Il nostro desiderio è quello di ferire l'altra persona per tutte le ferite che sentiamo dentro. Quanto più usiamo il martello, l'uncino o il coltello, tanto più si consolida la nostra convinzione che sia così che dobbiamo sopravvivere e che aprirsi ed essere vulnerabili sia pericoloso. La gente reagisce alle nostre strategie. E' proprio la sfiducia che ci portiamo dentro dall'infanzia ad evocare quel tradimento di cui abbiamo tanta paura. Perciò la nostra convinzioni che aprirsi e dimostrare la propria vulnerabilità porti al tradimento diventa sempre più salda.
  5. Il Cacciavite: consiste nel dare opinioni e suggerimenti non richiesti per "aggiustare" l'altro ed indurlo a cambiare affinché corrisponda alle nostre aspettative. Dietro le nostre migliori intenzioni c'è desiderio di cambiare l'altra persona affinché possiamo sentirci più in connessione, più soddisfatti, più in compagnia, più unici, e avere maggiori possibilità persino di approfondire l'intimità. Sfortunatamente spesso l'altra persona non è aperta ai nostri suggerimenti, in particolar modo quando fiuta che abbiamo dei programmi nascosti. Le frasi tipiche sono: "Se solo mi ascoltassi!", "Non ti sto chiedendo molto, ma se solo tu potessi…", "Perché non…". "Io so come dovresti fare…", "Io so quel che è meglio per te…".
  6. La Benda: consiste nel negare un problema di coppia e di comunicazione tra partner. Non è raro che quando una coppia è in crisi uno o entrambi i partner possano negare il dolore della disconnessione facendo finta di nulla e nascondendo la crisi tenendosi occupati in routine quotidiane. E' più facile chiudere gli occhi, le orecchie e non provare niente: nessun dolore. Protetti e al sicuro nella nostra caverna isolata, senza sapere cosa ci stiamo perdendo.
  7. La Ciottola per l'Elemosina Capovolta: consiste nel battere la ritirata quando ci sentiamo disperati anche se apparentemente facciamo credere, e ci conviviamo, che non ce ne importi più nulla. Ci sentiamo senza speranza e ci rintaniamo nella nostra caverna - quel posto dentro di noi così familiare e sicuro, ma isolato. Ci chiudiamo in noi stessi quando ci sentiamo soli. Molti di noi hanno una certa familiarità con questo spazio - è dove siamo soliti rintanarci quando tutte le nostre strategie hanno fallito. Piuttosto che restare impegnati con l'altra persona, o con la vita, riconoscendo ed esprimendo il nostro dolore, stacchiamo e ci ritiriamo, ritornando ripetutamente a quel rifugio interiore, solitario ma sicuro e familiare. Nascoste dietro alla rassegnazione in verità si nascondono rabbia e risentimento. Arrenderci ci porta a una profonda depressione o al cinismo. La maggior parte di noi attraversa dei periodi di rassegnazione, ma poiché il nostro bisogno d'amore è cosi irresistibile, che alla fine usciamo dalla caverna e ci riproviamo perché non possiamo vivere senza amare.

Osservare le nostre strategie ci offre uno strumento motlo potente per osservare noi stessi. È un'opportunità per sviluppare consapevolezza su molti dei giochi psicologici che noi tutti inconsciamente conduciamo,  che generano dolore e sabotano l'intimità psicologica nelle relazioni.

Provocarsi a vicenda è nella natura della relazione che esiste fra amanti e fra amici. In effetti, tendiamo a essere attratti proprio da quelle persone che ci provocano di più. L'altra persona ci costringerà a rivivere le nostre esperienze infanti. Senza consapevolezza è facile scivolare inconsciamente nelle strategie, continuando a rafforzare le nostre vecchie convinzioni negative come, per esempio, pensare che dobbiamo combattere, che saremo sempre respinti e così via.

Ogni volta che siamo nelle strategie non entriamo in connessione autentica con l'altra persona. È possibile che non sempre sappiamo cosa stiamo facendo, ma già sentire il dolore della mancata connessione con l'altro può farci intuire che c'è una strategia in atto. Due bambini affamati e reattivi non possono entrare in connessione, né nutrirsi l'un l'altro adeguatamente.

Se potessimo comprendere una volta per tutte che le strategie in realtà non funzionano, forse smetteremmo di usarle. Sfortunatamente è più facile a dirsi che a farsi. Usiamo le strategie perché queste coprono una paura insediata molto profondamente dentro di noi, quella di non riuscire a ottenere ciò che desideriamo o di cui abbiamo bisogno. 

Quando ci prendiamo del tempo per guardarci dentro, troviamo uno spazio interiore per sentire il dolore o la paura, invece di reagire automaticamente con una strategia. Le paure legate alla sopravvivenza che ci portiamo dietro sono potenti e pressanti.

Esercizio: identificare le strategie

Una volta che sei divenuto consapevole delle strategie, puoi cominciare a comprendere il modo in cui le usi e quello in cui vengono usate su di te.

  • Quali sono le tue strategie preferite?
  • A quale ricorri quando vuoi che venga soddisfatto un tuo bisogno?
  • Cosa fai quando vuoi qualcosa?
  • Cosa fai quando non ottieni qualcosa che vuoi?
  • Esplora l'energia che si cela dietro ognuno di questi comportamenti.
  • Ora prova ad esprimere ciò che senti e desideri in modo diretto e non minaccioso.

Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

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Iscritto all’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia col n. 787 dal 10-09-2005
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