Il cervello felice

Il cervello felice
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 08/11/2024
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La nostra storia di vita e le esperienze relazionali si fissano nella memoria sotto forma di ricordi. Ogni ricordo è ovviamente associato alle emozioni che abbiamo sperimentato in quel dato momento.Questa commistione è preziosa perché ci permette di riconnetterci ad emozioni positive rievocando ricordi positivi.

Le nostre memorie hanno un' influenza potente sul nostro umore; le memorie positive ci permettono di rivivere emozioni piacevoli così come le memorie gli eventi dolorosi ci portano a rivivere emozioni spiacevoli. Possiamo quindi sfruttare questa connessione per aumentare il nostro senso di benessere e sentirci più felici.

Questo meccanismo sta alla base del sistema di allarme progettato lungo il corso della nostra evoluzione per garantirci la sicurezza. Ricordando infatti eventi problematici e negativi abbiamo maggiori probabilità di evitare situazioni similari e garantirci la sopravvivenza. Tuttavia, questo meccanismo è solo apparentemente efficace perché a volte ci impedisce di vivere in modo spontaneo le situazioni nuove del presente. 

La nostra capacità di ricordare eventi negativi è maggiore rispetto a quella che ci porta a recuperare eventi piacevoli. Molto spesso tendiamo a ricordare solo ciò che non abbiamo saputo gestire ed è andato storto; fare questo dovrebbe portarci a migliorare in futuro ed aiutarci a non commettere i medesimi errori.  Molte persone invece usano i propri limiti per scoraggiarsi, darsi addosso e limitarsi.

Attraverso l'allenamento possiamo imparare a recuperare ricordi positivi, quelle capacità personali che possediamo ed abbiamo saputo usare in passato per superare brillantemente alcune situazioni e quindi rafforzare la nostra autostima così come la nostra salute mentale.

Si è scoperto che rivivendo ricordi positivi possiamo aumentare il nostro senso di auto-efficacia, la percezione positiva che abbiamo di noi stessi. Ciò comporta una riduzione dell'ansia, del senso di minaccia che molto spesso percepiamo anche per situazioni di poco conto. Un senso positivo di sé porta ad alleviare sintomi depressivi ed aumentare l'ottimismo. 

Una recente ricerca condotta con la tecnica Social Broad Minded Affective Coping (BMAC) dimostra che l'atto di "recuperare" un evento positivo contenuto nella memoria porta a riattivare gli stessi organi di senso usati in quella situazione passata per rivivere le medesime emozioni in modo molto vivido e realistico come nel momento in cui si è formata quella memoria.

Oltre a ciò è stato dimostrato che quando si è impegnati a rievocare dalla memorie esperienze gradevoli non solo si recuperano le corrispondenti emozioni ma che qualsiasi vissuto negativo svanisce. E' come se esistesse un sistema mutualmente escludentesi per il quale o sono attive le emozioni positive o solo quelle negative. Facendo leva sulle une automaticamente si escludono le altre; questo sistema è vantaggioso per poter padroneggiare il nostro umore guidando il nostro flusso di pensieri e di memorie passate.

Quando fu chiesto ai soggetti partecipanti alla ricerca di focalizzarsi su ricordi piacevoli in cui erano in compagnia di altre persone venivano rievocate sensazioni di calore, di sicurezza sociale e di calma mentre parallelamente i sentimenti negativi, l'ansia e l'agitazione scomparivano.

Concretamente come si possono usare i ricordi felici o le fantasie per sentirsi più felici?

E' necessario innanzitutto pensare ad un evento positivo o una fantasia cercando di focalizzarsi sulle sensazioni fisiologiche ed emotive che suscita. Fatto ciò è importante imparare ad amplificare tali percezioni interiori.

Ecco come:

  • Assumi un posizione comoda e ad occhi chiusi pensa a una memoria recente positiva che includa la presenza di un'altra persona;
  • Lascia che l'immagine mentale si espanda nella mente, osserva i dettagli dell'immagine mentale coinvolgendo tutti i sensi;
  • Dove sei? Cosa vede? Che cosa stavate facendo? Cosa indossate?
  • Porta l'attenzione sull'altra persona, sul suo volto. Cosa vedi?
  • Cerca di cogliere i sentimenti positivi che l'altra persona stava sperimentando stando in tua presenza;
  • Cosa provi?
  • Quali suoni, odori e colori percepisci? Cosa senti?
  • La tua memoria include anche dei gusti?
  • Puoi toccare qualcosa nella tua memoria? Che sensazioni tattili avverti? 
  • Qual è la parte emotivamente più coinvolgente di questo ricordo o di questa fantasia? Lasciate che la sensazione si espanda in te e goditi il momento. 

Attraverso esercizi di questo tipo possiamo modellare i nostri processi di pensiero. Con la pratica il cervello cambia il suo modo di percepire ed elaborare le informazioni. L'abilità che il cervello possiede di modificarsi si chiama neuroplasticità funzionale in risposta all'esperienza, come risultato degli stimoli cognitivi che si verificano durante l'intero arco della nostra vita. Ciò significa che nelle giuste condizioni, un cervello adulto può ristrutturarsi a seconda di come ci muoviamo e agiamo, delle nostre convinzioni, delle abitudini e dello stile di vita. 

Uno stile di vita "in automatico", senza attenzione e presenza nel qui e ora, oltre che poco flessibile e fissato nelle abitudini di movimento e di pensiero, condurrà a un deterioramento cerebrale, a un invecchiamento precoce e a dolore, malessere, noia, insofferenza, perfino depressione. C'è di buono che questa incredibile capacità del cervello può essere stimolata per aiutarci ad ottenere i cambiamenti desiderati in qualsiasi funzione: fisiologica, fisica, psicologica, emotiva.

Dunque col tempo diventerà più facile accedere ad emozioni positive espandendo memorie positive e nutrire l'esperienza positiva che ne deriva.


Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

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