Per meglio comprendere la natura dell'ipnosi, è opportuno fare tabula rasa di tutti gli stereotipi di cui i media hanno fatto grande diffusione, specialmente in passato. Nella cultura di massa, l'ipnosi è pressoché paragonata a un esercizio spettacolare, e pertanto praticata davanti a un pubblico avido di emozioni forti, in cui il soggetto ipnotizzato, in balia delle forze psichiche di un ipnotizzatore e pertanto privato della propria capacità di intendere e volere, effettua prodigiose performance.
Per quanto sia scontato per i professionisti dell'ipnosi, vale comunque la pena ricordare che l'ipnosi medica non ha niente di quell'aspetto «spettacolare» proprio delle kermesse televisive, teatrali o circensi. Cosi come è importante ricordare che durante l'ipnosi il paziente non perde mai il contatto con la realtà e mantiene sempre il suo potere decisionale: in breve, non diventa un automa in balia dell'ipnoterapista.
Altresì occorre sottolineare che in Italia l'ipnosi medica, utilizzata come strumento terapeutico è praticabile per legge solo da medici e psicologi. Per inciso, è nel 1958 che l'American Medical Association integra l'ipnosi come pratica medica.
Ciò premesso, cosa è l'ipnosi? L'ipnosi è uno stato altro che quello normale, abituale, ordinario. E’ sostanzialmente uno stato alternativo di coscienza (e non uno stato alterato).
Oltre il SONNO - la VEGLIA - il SOGNO - l'IPNOSI è il quarto stato dell'organismo. Un punto d'incontro tra psichico e organico: una specie di potenzialità naturale, di dispositivo innato.
L’ipnosi (dal greco sonno) ha in sé degli elementi tipici della veglia (vigilanza acuita e massima attenzione a ciò che accade interiormente) ed altri tipici del sonno (immobilità del corpo, rallentamento delle funzioni fisiologiche e ritiro dagli stimoli ambientali). È uno stato di «veglia paradossale» in cui il soggetto non subisce il sogno, ma lo dirige anticipando una nuova realtà.
L’ipnosi è certamente uno stato di vigilanza, pertanto non può essere qualificata come uno stato di incoscienza.
Lo stato ipnotico implica il passaggio dallo stato di veglia ristretta, in cui la mente coglie la relazione di sé al mondo secondo i parametri del nostro lo, a quello di veglia generalizzata dove la mente amplia le proprie capacità di cogliere molteplici nuovi nessi tra l'individuo stesso e tutto il resto. È lo stato ipnotico che permette l'accesso a un potere interno, quello di trasformare le nostre relazioni con gli esseri e le cose. Il potere di immaginare e di vedere le cose diversamente, di allucinare un nuovo mondo - così come il neonato allucina il mondo e lo sperimenta come reale - apre la strada a un ventaglio di possibilità, non percepite e precluse nello stato di veglia. L'ipnosi o veglia paradossale diventa quindi lo strumento attraverso il quale ampliamo le nostre potenzialità e la nostra libertà di sperimentare. È un pò come se levassimo il paraocchi, permettendo il passaggio da una veglia ristretta a una generalizzata: un'apertura al mondo del possibile.
Questo passaggio non è forzato, ma è espressione della libertà che l’individuo si da di immaginare altre possibilità, di sperimentarle nella relazione protetta professionista/paziente per poi dare spazio all’azione.
Per esempio se un atleta sciatore in uno stato di ipnosi visualizza il percorso che dovrà percorrere in gara, le corrispondenti aree cerebrali deputate ai movimenti che dovrà effettuare si attiveranno. Potrà sperimentare in ambiente sicuro e protetto il percorso da effettuare preparandosi con tutto il suo potenziale all’azione e al raggiungimento del miglior risultato possibile.
L’ostacolo al cambiamento è dovuto alla mancanza di flessibilità mentale e creatività; la rigidità della veglia ristretta ci porta alla ripetizione ed abitudine a pensare ed agire in modo schematico. L’ipnosi invece ha il potere di rompere il ciclo ossessivo della ripetitività per immaginare e aprirsi al nuovo. Ci introduce di fatto alla posizione del "come se": se vuoi cambiare inizia facendo finta che sia cosi. Questo faciliterà l’ immaginazione, che genererà consapevolezza e porterà ad essere al centro di una nuova visione di se e della realtà. Il suo potere sta nell’immaginare ed anticipare.
In un ambito di cura psicologica, il terapeuta non forza nulla, non introduce nessun principio che non sia già presente nelle credenze, nei valori e della realtà psichica del paziente e che sia pertanto fonte di cambiamento e trasformazione. La persona ipnotizzata rimane la stessa persona. Il suo comportamento è solamente alterato dallo stato di trance, ma anche così, questo comportamento alterato proviene dall'esperienza di vita del paziente e non del terapeuta.
L’induzione e il mantenimento della trance servono a procurare uno stato psicologico speciale nel quale i pazienti possono riassociare e riorganizzare le loro complessità psicologiche interiori e utilizzare le loro proprie capacità in un modo tale che sia in accordo con la loro propria esperienza di vita.
È essenziale sottolineare che l'ipnosi è uno strumento che rivela tutta la sua efficacia nel setting terapeutico una volta che la relazione di fiducia paziente/terapeuta si è solidamente costituita. Sancita tale alleanza, il paziente allenta le proprie resistenze concedendo al terapeuta il privilegio di accompagnarlo in tale avventura esistenziale.
Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.