Le fasi della manipolazione psicologica del narcisista

Nel precedente articolo il gaslighting (vedi articolo) è stato definito come quell’insieme di tattiche di manipolazione mentale utilizzata dalla Personalità Narcisistica per creare dubbi nella mente di una vittima allo scopo di ottenere vantaggi personali. 

Vediamo come si sviluppa il Gaslighting dal punto di vista del Manipolatore mentale:

 

 

1. Fase dell’idealizzazione: all’inizio il narcisista mostra il meglio di sé per coinvolgere la vittima in un rapporto simbiotico mostrandosi attento, amorevole, affascinante, civettuolo e divertente. Il narcisista sembra cosi interessato al rapporto con la vittima che quest'ultima “ubriaca d’amore“ si lascia “agganciare”. L’inganno del narcisista sta nel riuscire a mostrarsi irresistibile in quando partner ideale, perfetto. La vittima cosi sperimenta una grande euforia data dai cambiamenti biochimici tipici della fase dell’innamoramento (rilascio di endorfine nel cervello). Tuttavia, questa fase di luna di miele è solo un’illusione poichè nella fase successiva rivelerò la sua natura insensibile, fredda e crudele. 

 

2. Fase di svalutazione: il narcisista diventa decisamente freddo e indifferente. Le parole d’amore lascia il posto alle continue critiche e svalutazioni. La vittima appare confusa poiché non ha chiaro ancora cosa stia accadendo. Sperimenta un forte stress, si sente infelice e gli sembra di “camminare sulle uova”. Tutta l’ energia della vittima è diretta a difendere se stessa per cui il narcisista, non ottenendo l'attenzione positiva di cui ha bisogno, comincia a spostare la sua attenzione su un altro partner. Confusa dal comportamento bizzarro del narcisista, la vittima lavora di più per compiacere il suo aggressore nella speranza di recuperare il rapporto che aveva assaporato all’inizio. Privata della "droga narcisistica” la vittima sperimenta i sintomi dell’astinenza (ansia, rabbia). Per far fronte all’ansia, al dolore del rifiuto e dell’abbandono la vittima mette in atto una serie di meccanismi inconsci di difesa (un mix negazione, razionalizzazione, modelli regressivi di comportamento infantile…) che rappresentano l’unico modo per poter sopravvivere all'abuso del narcisista. Questa è la fase vera e propria del gaslighting. La vittima diventa l’ostaggio del grandioso e patologico sé del narcisista (sindrome della vittima del narcisista NVS). Il narcisista guarda con disprezzo la sua preda e come essa è diventata; la concepisce come impotente, inferiore e priva di valore ma allo stesso tempo anche la fonte attraverso la quale alimentare il suo bisogno di sentirsi potente. Qui sta il paradosso: quanto più la vittima mostra la sua angoscia quanto più chi ne abusa alimenta il proprio narcisismo. L’abuso si manifesta attraverso la violenza verbale e fisica, la svalutazione delle capacità intellettive, della sessualità, della creatività. Svaluta ma al tempo stesso ha bisogno della vittima per autoalimentare il senso di se grandioso; l’idea di fondo è: “"Ti odio, ma non ti azzardare a lasciarmi o ti uccido”. Per la vittima è difficile fuggire alla trappola.

 

3. La fase di rigetto: in questa fase, il gioco arriva alla conclusione. L’interesse per la vittima da parte del narcisista viene meno: resiste a tutti i tentativi di salvataggio del rapporto, si mostra freddo, insensibile, mostra un atteggiamento da bullo (non risponde, si nega) e diviene totalmente indifferente a qualsiasi necessità o desiderio della vittima. Qualora la vittima rimanesse ancorata a questo livello alimenterebbe solo il senso di potenza del narcisista ma senza ottenere nulla di buono per se.

 

 

Vediamo come si sviluppa il Gaslighting dal punto di vista della Vittima della manipolazione psicologica:

  

1. Fase dell’ incredulità: gli effetti del gaslighting sono così insidiosi che possono portare la vittima a perdere fiducia nella sua capacità di giudizio e del suo senso di realtà. La reazione iniziale della vittima al comportamento gaslighting è di incredulità. Non riesce infatti a credere al cambiamento improvviso mostrato dal partner nei suoi confronti. Comprende che qualcosa di terribile sta accadendo nella relazione ma non ha esattamente idea di che cosa si tratti. Accecata dall’amore e completamente sedotta, la vittima confida nel fatto che il suo amore verrà ricambiato ma, naturalmente, questo non accadrà. ….. la comunicazione che inizialmente era basata sull’intesa ora viene deviata e bloccata dall’abusante. La simpatia e il sostegno lasciano il posto alle critiche, al disprezzo e all’ antagonismo. Ogni volta che la vittima vuole discutere ragionevolmente di ciò che sta accadendo nel rapporto di coppia trova silenzio, o peggio, il suo disagio viene ridicolizzato o banalizzato. È importante rendersi conto che il gaslighting non deve essere grave per avere gravi conseguenze sulla vittima; può essere esercitato anche in modo sottile con frasi del tipo: “sei troppo sensibile” o “non sei in grado di fare nulla”. Anche se la vittima riconosce che queste affermazioni sono false a poco a poco la fiducia che ha in se viene eroso sino a non fidarsi più delle proprie considerazioni e opinioni. La manipolazione viene agita dall’abusante anche semplicemente spostando oggetti da luogo a un altro con l’intento di creare nella vittima confusione e dubbi. Dicendo qualcosa e poi negando di averla detta. Si tratta di una guerra psicologica che ha l'effetto di portare la vittima a dubitare della propria memoria o della propria percezione degli eventi. Disperata ed in cerca di rassicurazione circa la propria salute mentale, la vittima diventa sempre più dipendente nei confronti del proprio aggressore confidando nella sua valutazione della realtà.

 

2. Fase della difesa: La vittima a questo punto si sente persa, confusa ed incapace di fidarsi del proprio istinto e della memoria tende ad isolarsi per il senso di vergogna. In questa condizione psicologica in cui la persona si ritrova prigioniera, come in sequestro o in ostaggio dell’ abuso ad opera del narcisista si sviluppa una sindrome psicologica nota come "Sindrome di Stoccolma". Si tratta di un fenomeno di origine traumatica che porta alla formazione di un legame tra vittima ed aggressore. Nella sindrome di Stoccolma, la vittima si adatta alla situazione traumatica inconsciamente attraverso un fenomeno regressivo, ovvero torna a manifestare schemi infantili di comportamento che ricordano il legame avuto in precedenza con la madre. Al fine di far fronte al disagio, la vittima attiva meccanismi di difesa per rimanere in una relazione insana riducendo l’impatto emotivo di ciò che sta vivendo per non impazzire.

 

3. Fase della depressione: a questo punto la vittima vivere sotto la tirannia in una relazione dove viene controllata sia fisicamente sia emotivamente, incapace a prendere decisioni, spogliata di dignità e sicurezza. La vittima si ritira dalla realtà per mezzo della depressione. Molte vittime sviluppano un Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) che si manifesta attraverso i seguenti sintomi:

 

  • Flashback, immagini invadenti, incubi, ansia, ecc;
  • Evitamento di persone, luoghi o pensieri, intorpidimento emotivo, mancanza di interesse, disperazione, ecc.
  • Difficoltà di concentrazione, irritabilità, esplosioni di rabbia, insonnia, iper-vigilanza, ecc).

 

Il cammino che si fa in psicoterapia assomiglia agli stadi di elaborazione del lutto cosi come stati concepiti da Elisabeth Kübler Ross: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione dell'accaduto.

 

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Autore: Dott. Maurizio Sgambati - Psicologo Psicoterapeuta. © Riproduzione vietata.