Il perfezionismo patologico

Il perfezionismo patologico
  • Dr. Maurizio Sgambati
  • 07/11/2024
  • visite: 51

Il perfezionismo è caratterizzato dal desiderio di raggiungere alti standard prestazionali associato alla tendenza ad una eccessiva autocritica.

Porta a sintomi quali ansia anticipatoria, umore ansioso, rimugino e distorsioni cognitive nella valutazione della realtà.

C'è una grande differenza tra il fare bene le cose, l'essere responsabili e coscienziosi ed il perseguire la perfezione, l'essere esigenti ed intransigenti con se stessi e gli altri. 

Il perfezionismo è legato ad aspettative circa se e gli altri irrealistiche ed è fonte di depressione e problemi nelle relazioni interpersonali.  

Il perfezionista lega la propria autostima alla capacità di raggiungere standard ed obiettivi che sono impossibili da raggiungere; oscilla tra il tentativo di raggiungere l'eccellenza ed il far fronte ad una sensazione di pressione e fallimento costante. Fatica a godere delle conquiste anche più significative poiché ritiene che "non sia mai abbastanza". Gli indicatori del perfezionismo sono:

  • Pensiero assolutistico del tipo "tutto o nulla", "bianco o nero": le aspettative della persona sono cosi alte che la paura di non essere all'altezza fa si che si blocchi e continui a procrastinare dal prendere decisioni o agire qualche comportamento. La persona spesso è in stallo o ha bisogno di molto tempo prima di riuscire a decidere che strada o decisione intraprendere. Attribuisce a se, erroneamente, valore in quanto persona solo nella misura in cui farà "bene e perfettamente" le cose al contrario, di fronte a errori o prestazioni considerate insufficienti, si attribuirà scarso o nessun valore. 
  • Bassa autostima: idee di svalutazione, insicurezza, paura di commettere errori, di fare brutta figura ed essere giudicati negativamente dagli altri.
  • Bisogno di controllo: la persona si sente al sicuro solo se può controllare eventi, luoghi, persone e cose a tal punto che non vi è spazio per l'improvvisazione, la spontaneità; viene meno la capacità di godere del momento e delle situazioni piacevoli (viaggi, cene, situazioni sociali…).
  • Ruminazione: insieme di pensieri ripetitivi negativi rivolti al passato; la persona si focalizza sul proprio malessere emotivo, sui propri problemi con l'intento di comprenderne cause e conseguenze (es: perché succede a me? Perché mi sento così triste? Perché reagisco sempre in questo modo?)
  • Rimuginio: insieme di pensieri e immagini relativamente incontrollabili rivolti al futuro; la persona cerca di prevedere e prevenire eventi negativi per identificare mentalmente ipotetiche soluzioni.
  • Ipercritica: elevata sensibilità alle critiche che porta a mettere in atto reazioni aggressive a scopo difensivo nei confronti delle altre persone.
  • Disregolazione emotiva: difficoltà nel riconoscere, comunicare e gestire le emozioni sia positive che negative.
  • Fobia sociale: evitamento delle situazioni sociali temute e che la persona altrimenti vivrebbe con ansia e vergogna.

Ci sono due forme di perfezionismo: uno "positivo" ed uno "negativo". Il perfezionismo "positivo" è necessario alle persone per porsi degli obiettivi e degli standard da raggiungere, per essere ordinate ed efficienti. In questo caso si parla di meticolosità, ovvero di una caratteristica sana e desiderabile che spinge le persone ad impegnarsi a fare del proprio meglio. Il perfezionismo "negativo" è patologico ed include un'eccessiva preoccupazione per la possibilità di commettere errori; la persona dubita di se e non si fida della propria capacità di far fronte ad eventi inattesi in modo spontaneo e senza elaborazione a priori. In questo secondo caso la persona tende a rimuginare a lungo sui propri compiti prima di ritenere di averli fatti bene e di concluderli. Il perfezionista ha difficoltà nel prendere decisioni, è spesso titubante, procrastina e posticipa le proprie decisioni e scelte di vita all'infinito con l'intento di evitare errore e al fine di raggiungere un' improbabile eccellenza. La richiesta di perfezione non è rivolta solo verso se ma anche verso le persone significative della propria vita; ciò incide sulla qualità delle relazioni. Il perfezionista vive in uno stato perenne di tensione e malessere personale e relazionale che lo porta a criticarsi e criticare le persone a cui vuole più bene.

E' importante sapersi porre realistici obiettivi e pianificare azioni concrete necessarie al raggiungimento dei propri scopi per sentirsi realizzati anziché lottare per raggiungere standard impossibili che minacciano la propria ed altrui serenità.


Dr. Maurizio Sgambati

Dr. Maurizio Sgambati
Psicologo a Pordenone

  • Condividi!


P.I. 01577670936
Iscritto all’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia col n. 787 dal 10-09-2005
© 2024. «powered by Psicologi Italia». È severamente vietata la riproduzione.